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Nessun precedente tra le società quotate

di Giovanni Negri

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24 febbraio 2010

Commissariare Fastweb e Telecom Sparkle. È questa la richiesta più pesante per le due società avanzata dal pubblico ministero. La decisione al Gip il prossimo 2 marzo. E, se venisse accolta la posizione della Procura, si tratterebbe del primo caso in Italia di una Spa quotata messa sotto tutela per una violazione del decreto 231 del 2001. Il provvedimento considera infatti responsabili le società per i reati commessi da propri dipendenti. A patto che abbiano avuto un interesse o tratto un vantaggio dall'illecito.
Nell'indagine, le società sono finite sul banco degli imputati per i reati di associazione a delinquere transnazionale e riciclaggio internazionale, entrambe figure di reato previste dal decreto 231 che mette nelle mani dell'autorità giudiziaria un ventaglio di sanzioni che possono colpire le società anche in via non definitiva e anticipata. Sanzioni interdittive si chiamano e possono essere anche molto gravi. Come quelle richieste dalla Procura di Roma, la più severa possibile e cioè l'interdizione dall'esercizio dell'attività. Chiudere Fastweb dalla sera alla mattina quindi? E azzerare Telecom Sparkle? Misure probabilmente eccessive allo stato delle indagini. Oltretutto con conseguenze pesanti in termini occupazionali.
A fornire una scappatoia allora è lo stesso decreto 231 che ammette la sostituzione della misura interdittiva del blocco dell'attività, quando a rischio ci siano i posti di lavoro, con un commissariamento. La nomina del commissario spetterà al Gip e la durata della messa sotto tutela potrà essere al massimo di 2 anni. Tanto quanto poteva durare lo stop dell'attività. Al commissario è affidata la gestione della società, comprendendo nella gestione soprattutto l'attività ordinaria; per quella straordinaria, invece, è possibile che sia necessaria una preventiva autorizzazione da parte della magistratura.
In una società quotata, neppure quando Impregilo è rimasta invischiata in vicende di corruzione o aggiotaggio, non era mai capitato che il Pm sollecitasse il commissariamento. Ci sono invece precedenti per quanto riguarda enti gestori di appalti pubblici, da ultimo alcune cooperative pugliesi, nei confronti delle quali la raccomandazione del Gip è stata di conservare l'occupazione e proseguire i servizi appaltati.

24 febbraio 2010
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